Cannes, ville de l'amour.

Cannes, ville de l'amour.

2.03.2010

Lisa, mia cara Lisa


Distesa in questa posizione posso perfettamente vedere la foto storica di John Lennon e Yoko Ono, dove lui, nudo, si aggrappa a lei come se fosse un feto bisognoso di affetto. Quell’immagine mi provoca dei brividi, come se John le dichiarasse la sua debolezza.
Mi sento così leggera e in pace con me stessa da pensare che, forse, sia tutto un sogno. Da un momento all’altro mi sveglierò e ripiomberò precipitosamente nel mio baratro quotidiano.
Improvvisamente un’ansia improvvisa mi assale, il respiro si fa affannoso. Apro e chiudo le palpebre come per destarmi da un incubo, ma ciò che appare mi sorprende. Una ragazza bellissima, con lunghi capelli biondi, magrissima, mi sorride e mi tende la mano. Fa cenno di avvicinarmi e continua a sorridermi. Più la guardo e la ammirò, più mi calmo.
“Chi sei?” le domando con voce ammirata.
“Mi chiamo Lisa, da oggi apparterrò alla tua vita. Quando avrai bisogno di aiuto vieni da me, sarò felice di aiutarti”.
Rimango senza parole, la sua espressione sembra dire “So a cosa pensi, ma non devi più aver paura”.
In un battito di ciglia Lisa scompare, proprio com’era venuta. Sento già la sua mancanza, è incredibile quanto sia facile abituarsi alle cose più errate.
Sento di nuovo quella terribile ansia che mi schiaccia il petto e mi impedisce di respirare. Vorrei urlare, gridare talmente forte da farmi male alla gola, ma non riesco. Oggi non ho mangiato, nemmeno ieri, nemmeno il giorno prima. Mi sento debole e inattiva. Sì, mi sento male, ma paradossalmente mi sento bene.
Io amo la sensazione di vuoto nello stomaco, amo sentire l’acqua che mi scende nelle viscere. E ora so che, quando sarò in difficoltà, ci sarà LEI a salvarmi. Mi rassicurerà con la sua voce dolce, mi accarezzerà. Quando sarò sul punto di rovinare tutto, lei arriverà e mi toglierà dalle mani qualsiasi cosa starò per inghiottire. Mi salverà prima che io mi possa avvelenare l’anima e l’involucro che la racchiude. Ne sono certa.
2.06 a.m.
Non riesco ad addormentarmi, la fame mi divora lo spirito. E’ vero, è meravigliosamente bello sentirsi vuoti e puri, ma è anche vero che un essere vivente ha bisogno di nutrirsi. La mia mente no, lei ha solo bisogno dei libri, delle poesie e della musica per sentirsi appagata. Perché non posso essere così anche io? Sarebbe perfetto.
Sento che è arrivato il momento di chiedere aiuto a Lisa, lei vorrebbe così.
Chiudo gli occhi e li riapro, ma non c’è.
“Lisa? Mia dolce Lisa, dove sei? Ho bisogno del tuo aiuto”. Ma lei continua a ignorarmi. Una lacrima fa capolinea tra le mie ciglia e il battito accellera. Purtroppo la fame nervosa ha il sopravvento e io non posso fare altro che alzarmi dal letto e ingurgitare con foga ogni briciola di cibo che riesca a trovare.
Tra un boccone e l’altro, sono ormai ricoperta di vergogna. Mi disgusto.
Alzo lo sguardo e vedo Lei intenta a fissarmi nauseata. Tento di scusarmi, di dire qualcosa, ma la mia bocca è ricolma di orribile cibo. Lisa si sistema i capelli dietro l’orecchio e mi dice “Mi deludi, ma la prossima volta andrà meglio”.
NO! Mi riprendo e le urlo “Avevi promesso che mi avresti aiutata, mi hai tradita! Non ho più intenzione di mettermi in condizione di aver bisogno di te!”. Lisa scoppia in un’irritante, ma allo stesso tempo irresistibile, risata. Mi fa una linguaccia e sparisce nel nulla. Lei sa che sto mentendo, sa che avrei voluto dirlo addio per sempre, ma ormai è troppo tardi. Non posso già più fare a meno di lei.